Io Sono

L’inizio della libertà è la realizzazione che tu non sei «colui che pensa».
Il momento in cui cominci ad osservare colui che pensa, si attiva un livello di coscienza più alto. Incominci a renderti conto che esiste un vasto regno di una intelligenza al di là del pensiero e che il pensiero è solamente un minuscolo aspetto di quell’intelligenza. Ti rendi anche conto che tutte le cose che hanno veramente importanza - bellezza, amore, creatività, gioia, pace interiore – nascono al di là della mente.

Incominci a risvegliarti.


There is so much magnificence

domenica 31 gennaio 2010

UNO CON LA VITA

"Vi sono quattro parole che racchiudono il segreto dell'arte di vivere, il segreto di ogni successo e della felicità: UNO CON LA VITA. Essere una cosa sola con la vita, è essere una sola cosa con l'ADESSO. Allora comprendete che voi non vivete la vita, ma che la vita vive voi. La vita è il danzatore e voi siete la danza."

E.Tolle
A New Earth

sabato 30 gennaio 2010

PAROLE

Mark Twain ha espresso molto bene il concetto scrivendo: "Faceva talmente freddo che se il termometro fosse stato più lungo di due centimetri saremmo morti congelati".
Noi moriamo davvero congelati a causa delle parole. Non è il freddo che c'è fuori che conta, ma il termometro. Non è la realtà che conta, ma quel che diciamo a noi stessi riguardo alla realtà.
Mi è stata raccontata una storiella interessante su un agricoltore finlandese. Quando si stava tracciando il confine russo-finnico, l'agricoltore doveva decidere se preferiva stare in Russia o in Finlandia. Dopo lungo tempo, decise che preferiva stare in Finlandia, ma non voleva offendere gli ufficiali russi. Questi vennero a fargli visita, e vollero sapere perché voleva stare in Finlandia. Il contadino rispose: "E' sempre stato mio desiderio vivere nella Grande Madre Russia, ma credo che alla mia età non sopravviverei a un altro inverno russo".
La Russia e la Finlandia sono solo parole, concetti, ma non per gli esseri umani, per i folli esseri umani. Non guardiamo quasi mai la realtà.
Un guru, una volta, stava tentando di spiegare a una folla il modo in cui gli esseri umani reagiscono alle parole, si nutrono di parole piuttosto che di realtà.
Uno degli uomini si alzò e protestò, dicendo: "Non sono d'accordo sul fatto che le parole abbiano un effetto di questa portata su di noi".
Il guru rispose: "Siediti, figlio di puttana".
L'uomo divenne livido di rabbia e disse: "Tu ti definisci una persona illuminata, un guru, un maestro, ma dovresti vergognarti di te stesso".
Il guru allora rispose: "Perdonami, mi sono lasciato trasportare. Non volevo. Chiedo scusa".
L'uomo si calmò. Allora il guru disse: "Sono bastate poche parole per scatenare una tempesta dentro di te; e ne sono bastate poche altre per farti calmare nuovamente, non è vero?". Parole, parole, parole, parole: quanto possono imprigionarci, se non sono usate correttamente!

Messaggio per un'aquila che si crede un pollo

martedì 26 gennaio 2010

Il mondo è perfetto così com'è

C'è una storia interessante che narra di un ragazzino che cammina lungo la riva di un fiume. A un certo punto vede un coccodrillo intrappolato in una rete.

Il coccodrillo, che è una femmina, gli dice: "Ti prego, abbi pietà di me, e liberami. Lo so, sono brutta, ma non è colpa mia. Sono nata così. Ma, per quanto il mio aspetto esteriore possa essere sgradevole, sappi che dentro di me batte un cuore di madre. Sono venuta qui stamattina in cerca di cibo per i miei piccoli, e sono rimasta intrappolata in questa rete!".

E il ragazzino risponde: "Ma se io ti aiutassi a liberarti dalla rete, tu mi prenderesti e mi uccideresti".

Il coccodrillo ribatte: "Pensi che farei una cosa del genere al mio salvatore e benefattore?".

Così il ragazzino si convince a liberarlo dalla rete, e il coccodrillo lo cattura.
Mentre viene risucchiato tra le fauci dell'animale, il ragazzino esclama: "Ecco qual è la ricompensa per la mia buona azione!".

E il coccodrillo risponde: "Non prenderla come un'offesa personale, figliolo: il mondo funziona così, è la legge della vita".

Il ragazzino non è d'accordo, e il coccodrillo gli dice: "Vuoi chiedere a qualcun altro se le cose non stanno così?".

Il ragazzino vede un uccello appollaiato su un ramo e chiede: "Uccello, è vero quello che dice il coccodrillo?".

L'uccello risponde: "Il coccodrillo ha ragione. Guarda me, per esempio. Un giorno stavo tornando a casa con del cibo per i miei piccoli. Immaginati il mio orrore quando ho visto un serpente che si arrampicava lungo il tronco dell'albero, dirigendosi dritto verso il mio nido. Non potei fare nulla. Divorò tutti i miei piccoli, uno dopo l'altro. Io non facevo che urlare e gridare, ma è stato tutto inutile. Il coccodrillo ha ragione: questa è la legge della vita, è così che funziona il mondo".

"Hai visto?" dice il coccodrillo.

Ma il ragazzo insiste: "Permettimi di chiederlo a qualcun altro".

E il coccodrillo: "Va bene, fa' pure".

Sulla riva del fiume sta passando un vecchio asino.
"Asino", dice il bambino, "questo è ciò che afferma il coccodrillo. Ha ragione?".

L'asino risponde: "Il coccodrillo ha senz'altro ragione. Guarda me, per esempio. Per tutta la vita ho lavorato come uno schiavo per il mio padrone, e lui mi dava da mangiare appena quel che mi bastava per sopravvivere. Ora che sono vecchio e inutile, mi ha lasciato libero, ed eccomi qui che vago nella giungla, in attesa che una belva si scagli su di me mettendo fine ai miei giorni. Il coccodrillo ha ragione: questa è la legge della vita, è così che funziona il mondo". "Hai visto?" dice di nuovo il coccodrillo. "Adesso basta!".

Ma il ragazzo insiste: "Dammi ancora una possibilità, l'ultima. Permettimi di chiedere a un altro essere vivente. Ricordi come sono stato gentile con te?".

Il coccodrillo gli concede l'ultima possibilità.

Il ragazzino vede un coniglio che passa di lì, e gli chiede: "Coniglietto, il coccodrillo ha ragione?".

Il coniglio si siede con calma e dice al coccodrillo: "Hai detto proprio così al ragazzo?".

Il coccodrillo risponde: "Sì, ho detto così".

"Aspetta un momento" dice il coniglio. "Dobbiamo discuterne".

"Va bene", dice il coccodrillo.

Ma il coniglio ribatte: "Come facciamo a discuterne, se tieni in bocca il ragazzo? Lascialo andare: deve partecipare anche lui alla discussione".

Il coccodrillo dice: "Sì, sei furbo, tu: nel momento stesso in cui lo lascio andare, questo scappa via.

Il coniglio replica: Pensavo che fossi più ragionevole: se tentasse di scappare, un colpo della tua coda lo ucciderebbe all'istante".

"E' vero" ammette il coccodrillo, e lascia andare il ragazzino.

Non appena lo vede libero, il coniglio esclama: "Scappa!".
E il ragazzino corre via.

Poi il coniglio dice al ragazzino: "Non ti piace la carne di coccodrillo? La gente del tuo villaggio non apprezzerebbe un buon pasto? Sai, in realtà non l'hai liberato del tutto: la maggior parte del suo corpo è ancora intrappolata nella rete. Perché non vai al villaggio a prendere tutti gli altri, e così poi vi fate un bel banchetto?".

Il ragazzino fa esattamente quel che gli ha suggerito il coniglio. Va al villaggio e chiama tutti gli uomini, che si recano al fiume con le loro asce, i loro bastoni e le loro lance e uccidono il coccodrillo. Arriva anche il cane del ragazzino, e quando vede il coniglio gli corre dietro, lo cattura e lo strozza.

Il ragazzo arriva sul luogo troppo tardi, e mentre guarda morire il coniglio, gli dice: "Il coccodrillo aveva ragione: il mondo funziona così, è la legge della vita".

Non esiste spiegazione che possa dare ragione di tutte le sofferenze, il male, la tortura, la distruzione e la fame del mondo! Non si potrà mai spiegare tutto ciò. Si può coraggiosamente tentare di farlo con delle formule, religiose o meno, ma non si riuscirà mai a spiegare. Perché la vita è un mistero, il che significa che la mente razionale non è in grado di comprenderla. Per questo dovete svegliarvi, e improvvisamente vi renderete conto che la realtà non è problematica: il problema siete voi.

Anthony de Mello

lunedì 25 gennaio 2010

Etichette

L'importante non è sapere chi o cosa sia l'"io". Non ci riuscirete mai. Non esistono parole che possano esprimerlo. L'importante è dimenticare le etichette. Come dicono i maestri giapponesi dello Zen: «Non cercate la verità; abbandonate i vostri giudizi». Abbandonate le vostre teorie; non cercate la verità. La verità non è una cosa da cercare. Se smetteste di essere dogmatici, ve ne accorgereste. Qui accade qualcosa di simile. Se dimenticherete le vostre etichette, lo scoprirete. Cosa intendo per etichette? Ogni etichetta che vi venga in mente, eccetto forse quella di essere umano. É vero: questa definizione non dice molto. Ma quando dite: «Sono una persona di successo», è una follia. Il successo non è parte dell'"io". Il successo è qualcosa che va e viene; oggi c'è, domani potrebbe essere finito. Non è l'"io". Quando si dice: «Sono uno di successo», si è in errore: significa che si è precipitati nelle tenebre. Ci si è identificati col successo. E lo stesso vale per chi ha detto: «Sono un fallimento, sono un avvocato, sono un uomo d'affari». Sapete cosa vi accadrà, sevi identificherete con queste cose? Vi abbarbicherete ad esse, avrete paura che svaniscano, ed è da qui che deriva la vostra sofferenza. Intendevo proprio questo, quando vi ho detto, poco fa, «Se state soffrendo, siete addormentati». Volete un segno evidente del fatto che siete addormentati? Eccolo: state soffrendo. La sofferenza è il sintomo dell'allontanamento dalla realtà. La sofferenza vi viene data perché possiate aprire gli occhi alla realtà, perché possiate capire che da qualche parte regna la falsità, proprio come un dolore fisico si fa sentire perché si capisca che da qualche parte c'è una malattia o un morbo. La sofferenza indica che da qualche parte c'è del falso. La sofferenza sorge quando ci si scontra con la realtà, quando la vostra falsità si scontra con la verità: allora scatta la sofferenza. Altrimenti, non c'è sofferenza.


Ostacoli alla felicità

Ciò che sto per dirvi vi sembrerà un tantino pomposo, ma è la verità. Quelli che seguiranno potrebbero essere i minuti più importanti della vostra vita. Se riusciste ad afferrare quel che verrà ora, potreste carpire il segreto del risveglio. Sareste felici per sempre. Non sareste mai più infelici. Niente avrebbe più il potere di farvi del male. Lo dico davvero: niente. É come quando si getta in aria della vernice nera: l'aria resta incontaminata. Non è possibile verniciare l'aria di nero. Qualsiasi cosa accada, si rimane incontaminati, si rimane in pace. Ci sono esseri umani che hanno raggiunto quest'obiettivo, ciò che io definisco essere umani. Niente a che vedere con l'assurdità di essere un pupazzo, strattonato in tutte le direzioni, che lascia che siano gli eventi, o altre persone, a dirgli cosa deve provare. E così uno prove quel che gli dicono gli altri, e lo definisce essere vulnerabili. Ah! Io lo definisco essere un pupazzo. Volete essere dei pupazzi? Si preme un pulsante, e voi andate giù; vi piace? Ma se voi vi rifiutate di identificarvi con qualsiasi etichetta, la maggior parte delle preoccupazioni si volatilizzeranno. Più avanti parleremo della paura delle malattie e della morte, ma in genere si è preoccupati della propria carriera. Un insignificante uomo d'affari, di cinquantacinque anni, sta sorseggiando una birra in un bar, e dice: «Guarda i miei compagni di classe: loro sì che sono arrivati!» Che idiota! Cosa intende dire con quel "sono arrivati?" Vedono il proprio nome sul giornale. E questo vi sembra che significhi che sono arrivati? Uno è presidente di una società; l'altro è stato nominato giudice capo; qualcun altro è diventato questo o quello. Scimmie, scimmie tutti quanti. Chi decide cosa significa avere successo? Questa stupida società! La principale preoccupazione della società è mantenere la società stessa in uno stato di infermità! E prima lo si capisce, meglio è. Malati, tutti quanti. Sono lunatici, pazzi. Uno diventa presidente del ricovero dei pazzi e ne è orgoglioso, anche se non significa niente. Essere presidente di una società non ha niente a che vedere con l'avere successo nella vita. Si ha successo nella vita quando ci si sveglia! Allora non devi chiedere scusa a nessuno, non devi spiegare nulla a nessuno, non te ne frega un bel niente di cosa pensi o dica la gente di te. Non hai preoccupazioni: sei felice. Ecco cos'è, per me, avere successo. Avere un bel lavoro, o essere famoso, o avere una splendida reputazione non ha assolutamente nulla a che fare con la felicità o il successo. Nulla! É totalmente irrilevante. Quell'uomo di successo ha in realtà come unica preoccupazione cosa pensano di lui i suoi figli, cosa pensano di lui i suoi vicini, cosa pensa di lui sua moglie. Avrebbe dovuto diventare famoso. La nostra società e la nostra cultura ce lo trapanano in testa, giorno e notte. Persone arrivate! Arrivate dove? Arrivate a rendersi ridicole. Perché hanno impiegato tutte le loro energie per ottenere qualcosa che non ha alcun valore. Sono spaventate e confuse, sono pupazzi come tutti gli altri. Guardateli, mentre passeggiano sul palcoscenico. Guardate come si turbano nel notare una macchiolina sulla camicia. E questo lo chiamate successo? Sono controllati, manipolati. Sono persone infelici, miserabili. Non si godono la vita. Sono costantemente tesi e ansiosi. E lo chiamate umano? Sapete perché accade tutto questo? Per un'unica ragione: si sono identificati con un'etichetta. Hanno identificato l'"io" con il denaro, il lavoro, la professione. É stato questo il loro errore. Avete mai sentito parlare di quell'avvocato che aveva ricevuto la fattura dell'idraulico? L'avvocato disse all'idraulico: «Ehi, ma tu mi costi duecento dollari all'ora. Non li prendo nemmeno io che sono avvocato!». E l'idraulico: «Nemmeno io li prendevo, quando facevo l'avvocato!».

Potreste fare l'idraulico, l'avvocato, l'uomo d'affari o il prete, ma questo non tocca l'"io" essenziale, non tocca voi. Se domani cambio professione, è come se cambiassi abito. Rimango intatto. Voi siete i vostri abiti? Siete il vostro nome? Siete la vostra professione? Smettetela di identificarvi con queste cose, che vanno e vengono. Quando lo capirete davvero, nessuna critica vi potrà toccare, e nemmeno la lode o l'adulazione. Quando qualcuno dice: «Sei un tipo in gamba». di cosa sta parlando? Sta parlando di "me", non dell'"io". L'"io" non è né forte né debole, non è né di successo né fallito. Non è nessuna di queste etichette. Queste sono cose che vanno e vengono, e dipendono dai criteri stabiliti dalla società, dal condizionamento a cui si è stati sottoposti. Queste cose dipendono dall'umore della persona che vi parla in quel dato momento. Non hanno niente a che vedere con l'"io". L'"io" non è alcuna di queste etichette. Il "me" è, in genere, egoista, sciocco, infantile - un vero asino. E così, quando dite: «Sei un asino», lo sapete da anni! Il sé è condizionato - cosa vi aspettavate? Io lo so da anni. E perché vi identificate con il sé? Stupidi! Non si tratta dell'"io": quello è il "me". Volete essere felici? La felicità ininterrotta non ha cause. La vera felicità non ha cause. Voi non potete rendermi felice, non siete la mia felicità. Se chiedete alla persona che si è svegliata: «Perché sei felice?», lei risponde: «Perché no?». La felicità è la nostra condizione naturale. La felicità è la condizione naturale dei bambini piccoli, a cui il regno appartiene finché non vengono inquinati e contaminati dalla stupidità della società e della cultura. Per acquisire la felicità non bisogna fare nulla, perché la felicità non può essere acquisita. Qualcuno sa perché? Perché l'abbiamo già. Come si fa ad acquisire qualcosa che già si possiede? E allora, perché non la provate? Perché dovete abbandonare qualcosa. Dovete abbandonare le illusioni. Non dovete aggiungere niente, per poter essere felici: dovete invece abbandonare qualcosa. La vita è facile, è meravigliosa. É dura solo con le vostre illusioni, le vostre ambizioni, la vostra avidità, le vostre richieste. Sapete da dove arrivano queste cose? Dall'essersi identificati con tutti i tipi di etichette!

Anthony de Mello

venerdì 15 gennaio 2010

AUTOSSERVAZIONE

L'unico modo attraverso il quale qualcuno può esservi d'aiuto è mettendo in discussione le vostre idee. Se siete pronti ad ascoltare e se siete pronti a essere messi in discussione, qualcosa potete fare, ma nessuno può aiutarvi.
Qual è la cosa più importante in assoluto? Si chiama autosservazione. Nessuno può darvi una mano, in questo. Nessuno può fornirvi un metodo. Nessuno può mostrarvi una tecnica. Nel momento in cui si apprende una tecnica, si diventa nuovamente programmati. Ma l'autosservazione - cioè il guardare se stessi - è importante.
Non significa essere assorti nei propri problemi, essere preoccupati di sé. Non è di questo che sto parlando: parlo dell'autosservazione". E cosa sarebbe?
Significa osservare tutto ciò che è all'interno di noi stessi e intorno a noi, fino al punto più estremo, e osservarlo come se accadesse a qualcun altro.
Cosa significa quest'ultima frase? Significa che non si personalizza quel che ci accade. Significa guardare alle cose come se non si avesse alcun legame con esse.
Il motivo per cui soffrite a causa della vostra depressione e delle vostre ansie è che vi identificate con esse. Dite: "Sono depresso". Ma ciò è falso. Voi non siete depressi.
Se voleste essere precisi, potreste dire: "In questo momento sto attraversando una fase di depressione". Non è invece corretto dire: "Sono depresso". Voi non siete la vostra depressione.
Non si tratta che di una sorta di inganno della mente, uno strano tipo di illusione. Siete stati indotti a pensare - pur non essendone consci - che siete "voi" la vostra depressione, che siete "voi" le vostre ansie, che siete "voi" la vostra gioia e le emozioni che provate.
"Sono contento!". Di certo non siete contenti. Può darsi che la contentezza sia "dentro" di voi in questo momento, ma aspettate un po', e le cose cambieranno; non durerà: non dura mai; le cose cambiano di continuo, cambiano sempre. Le nubi vanno e vengono: alcune sono nere e altre bianche, alcune grandi, altre piccole.
Se vogliamo seguire l'analogia, voi sareste il cielo, intento a osservare le nubi. Sareste osservatori passivi, distaccati. So che questo atteggiamento può essere per voi assurdo, soprattutto nella cultura occidentale. Non interferite. Non dovete farlo. Non "fissate" nulla. Guardate! Osservate!
Il problema della gente è che si affanna a fissare cose che non riesce nemmeno a capire. Siamo sempre lì a fissare delle cose, non è vero? Non ci viene mai in mente che le cose non hanno bisogno di essere fissate, assolutamente. Questa è una grande illuminazione. Le cose devono essere capite: se le si capissero, cambierebbero.

Anthony de Mello

Risvegliarsi no!

Le persone non vogliono risvegliarsi dall’ipnosi in cui sono immerse, è davvero troppo faticoso, difficile!

Meglio rimanere immersi nelle solite routine e abitudini mentali fissate col lavaggio del cervello da parte del piccolo mondo.

Anche chi segue un percorso spirituale, si professa deciso a illuminarsi, a migliorare, a cambiare, con tanti buoni propositi; per lo più lascia le vecchie routine per altre, nuove routine “spirituali” senza cambiare davvero.

E a cambiare, sia chiaro, non è niente al di fuori della consapevolezza, che si espande, accende e s-vela le illusioni della mente. Le forme pensiero abituali sono finalmente viste e riconosciute per quello che sono e spontaneamente dissolvono restituendo l’energia che le sostiene al proprio creatore, la persona che le pensa.

Davvero mi rendo conto, mi risveglio anche io, ora, al fatto che le persone non vogliono svegliarsi, no, troppa fatica, meglio dormire per non vedere mai la realtà.

Finché si propongono loro lavori spirituali con cui impegnarsi, passare del tempo, allora può andare bene. Certo è che solo pochi sentono veramente nel profondo il desiderio, sopra ogni cosa, di risvegliarsi, abbandonare la sofferenza e iniziare a vivere la Vita, senza veli, ne schemi, ne regole, ne ipnosi…

Tuttavia continuo, quando ho l’opportunità, a suonare la sveglia, invitando a levarsi e gioire del momento presente, lasciare andare le forme pensiero limitanti e vivere liberi nel mondo-paradiso.

…sii consapevole, svegliati! Sii ciò che sei…

Matteo Cervi

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giovedì 14 gennaio 2010



« La vita è un mistero, il che significa che la mente razionale non è in grado di comprenderla. Per questo dovete svegliarvi, e improvvisamente vi renderete conto che la realtà non è problematica: il problema siete voi. »

(Messaggio per un'aquila che si crede un pollo, tratto da Il mondo non ha niente che non va)

« La nostra sofferenza ha una causa. Questa è la grande intuizione di Buddha. [...] Qual è dunque la causa della sofferenza? L'attività mentale, l'elaborazione dei pensieri. Talvolta la mente riposa; allora tutto va bene. Altre volte però inizia a operare e produce ciò che Buddha chiama l'elaborazione dei pensieri. »

(Istruzioni di volo per aquile e polli, pag. 93)

lunedì 11 gennaio 2010

Invasi dalla Luce

“Senza che alcun segno precursore vi abbia avvertito, può accadere che vi sentiate improvvisamente invasi dalla luce: tutto ad un tratto la vostra coscienza è proiettata molto in alto nel piano della supercoscienza, e voi siete abbagliati dall’immensità e dalla bellezza in cui vive il vostro Sé superiore.
Purtroppo, tale stato non dura, e voi riprendete di nuovo la vostra vita quotidiana con le stesse preoccupazioni e le stesse debolezze: vi sentite nell’oscurità, vi sentite soffocare, separati dal vostro Sé superiore, il vostro Sé divino, come un frammento separato dal Tutto.
In seguito, di nuovo sentite un chiarore, un’illuminazione, ma anche quel momento non dura.
Non scoraggiatevi, continuate a lavorare, a fare degli sforzi.
Un giorno, finalmente, dopo tutti quegli alti e bassi, dopo tutte quelle oscillazioni fra chiarezza e tenebre, la luce non vi lascerà più; avrete cambiato riva e sarete definitivamente salvi."

Omraam Mikhaël Aïvanhov

Volete essere felici?

"Volete essere felici?
Ebbene, invece di cercare di ottenere ciò che ancora non avete, iniziate con l’essere riconoscenti per tutto ciò che avete già sul piano fisico, psichico e spirituale e sforzatevi di farne beneficiare gli altri.
Per essere felici, coltivate la facoltà di rallegrarvi e ringraziare, e fatelo specialmente per le cose che fino a quel momento avevate trascurato o disdegnato. Ogni giorno cercate di trovare almeno un avvenimento, un incontro, un pensiero che vi faccia del bene o che vi incanti, e mettetelo nella vostra mente, nel vostro cuore.
Se saprete ringraziare ogni giorno il Signore, se saprete apprezzare tutto ciò che Egli vi dà, possiederete il segreto magico che può trasformare la vostra vita e le entità luminose del mondo invisibile si avvicineranno per aiutarvi.
È questa la felicità.”

Omraam Mikhaël Aïvanhov

sabato 9 gennaio 2010

Tu sei

Vieni a casa dal Sè

Senza nome senza forma

Bellezza pura

Fonditi in quello

Che Tu sei veramente

Bellezza quieta e piena di pace

Madhukar

Ne Acqua, ne luna

« Va col vuoto tra le mani, poiché questo è tutto. Questo è il mio dono. Se riesci a portare il vuoto tra le tue mani, allora ogni cosa diventa possibile. Non portarti dietro i tuoi pensieri, la tua conoscenza, non portarti dietro niente di ciò che riempie il secchio, e che non è altro che acqua, perché altrimenti guarderai sempre e solo il riflesso, e nient'altro. Nella ricchezza, nei beni materiali, nella casa, nell'automobile, nel prestigio, tu non vedrai che il riflesso della luna piena nell'acqua del secchio, mentre la luna vera è li, in alto, che ti aspetta da sempre. Lascia cadere il secchio, cosi che l'acqua sfugga via, e con essa la luna. Solo questo ti permetterà di alzare lo sguardo e vedere la vera luna nel cielo; ma prima devi avere conosciuto il sapore del vuoto, devi lasciar cadere il secchio della tua mente, dei tuoi pensieri: non più acqua, né luna. Il vuoto nelle mani».

Storia Zen

Siddharta

Ho appreso, nell’anima e nel corpo, che avevo molto bisogno del peccato, avevo bisogno della voluttà, dell’ambizione, della vanità, e avevo bisogno della più ignominiosa disperazione per imparare la RINUNCIA A RESISTERE, per imparare ad amare il mondo, per smettere di confrontarlo con un certo mondo immaginato, desiderato da me, con una specie di perfezione da me escogitata, ma per lasciarlo invece così com’è, e amarlo e appartenergli con gioia.

Siddharta

Herman Hesse

Cercate il Regno

"Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, nè mietono, nè ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? E perchè vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai di più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. CERCATE PRIMA IL REGNO DI DIO E LA SUA GIUSTIZIA, E TUTTE QUESTE COSE VI SARANNO DATE IN AGGIUNTA. Non affannatevi dunque per il domani, perchè il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena."
(Matteo 6, 25-34)

VIVETE IL MOMENTO PRESENTE, CON TOTALE CONSAPEVOLEZZA DELLA VITA CHE SCORRE NEL VOSTRO CORPO, RESPIRATE PROFONDAMENTE E SIATE SERENI

Amore di Sè

Charles Chaplin – in occasione del suo 70° compleanno


Amore di Sé
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono reso conto che la sofferenza e il dolore emozionali sono solo un avvertimento che mi dice di non vivere contro la mia verità.
Oggi so che questo si chiama AUTENTICITA’

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho capito com’è imbarazzante aver voluto imporre a qualcuno i miei desideri, pur sapendo che i tempi non erano maturi e la persona non era pronta,
anche se quella persona ero io.
Oggi so che questo si chiama RISPETTO PER SE STESSI.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di desiderare un’altra vita e mi sono accorto che tutto ciò che mi circonda é un invito a crescere.
Oggi so che questo si chiama MATURITA’.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho capito di trovarmi sempre ed in ogni occasione al posto giusto nel momento giusto e che tutto quello che succede va bene. Da allora ho potuto stare tranquillo.
Oggi so che questo si chiama RISPETTO PER SE STESSI.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di privarmi del mio tempo libero e di concepire progetti grandiosi per il futuro. Oggi faccio solo ciò che mi procura gioia e divertimento,
ciò che amo e che mi fa ridere, a modo mio e con i miei ritmi.
Oggi so che questo si chiama SINCERITA’.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono liberato di tutto ciò che non mi faceva del bene: cibi, persone, cose, situazioni e da tutto ciò che mi tirava verso il basso allontanandomi da me stesso, all’inizio lo chiamavo “sano egoismo”, ma oggi so che questo è AMORE DI SE’

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di voler avere sempre ragione.
E cosi ho commesso meno errori.
Oggi mi sono reso conto che questo si chiama SEMPLICITA’.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono rifiutato di vivere nel passato e di preoccuparmi del mio futuro.
Ora vivo di piu nel momento presente, in cui TUTTO ha un luogo.
E’ la mia condizione di vita quotidiana e la chiamo PERFEZIONE.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono reso conto che il mio pensiero può rendermi miserabile e malato. Ma quando ho chiamato a raccolta le energie del mio cuore, l’intelletto è diventato un compagno importante.
Oggi a questa unione do’ il nome di SAGGEZZA DEL CUORE.

Non dobbiamo continuare a temere i contrasti, i conflitti e i problemi con noi stessi e con gli altri
perché perfino le stelle, a volte, si scontrarno fra loro dando origine a nuovi mondi.
Oggi so che QUESTO è LA VITA!

Il passato in vostra Presenza dissolve

Qualunque cosa vi serva sapere riguardo al passato inconsapevole dentro di voi, le minacce del presente la faranno emergere. Se voi vi immergete nel passato, diventerà un pozzo senza fondo: ce n'è sempre di più. Potete pensare di aver bisogno di più tempo per capire il passato e per liberarvi; in altri termini, che il futuro prima o poi vi libererà dal passato. Questa è un'illusione. Solo il presente può liberarvi dal passato. Una maggiore quantità di tempo non può liberarvi dal tempo.

Accedete al potere di Adesso. Questa è la chiave. Il potere di Adesso non è altro che il potere della vostra presenza, la vostra consapevolezza liberata dalle forme di pensiero. Per cui affrontate il passato a livello del presente. Più attenzione rivolgete al passato, più gli date energia e più è probabile che da questo vi costruiate un «sé».

Questo punto non va frainteso: l'attenzione è essenziale, ma non per il passato in quanto passato. Prestate attenzione al presente; prestate attenzione al vostro comportamento, alle vostre reazioni, ai vostri stati d'animo, pensieri, emozioni, paure e desideri a mano a mano che si verificano nel presente. È questo il passato dentro di voi. Se riuscite a essere sufficientemente presenti per osservare tutte queste cose, non in maniera critica o analitica ma senza giudizi, allora affrontate il passato e lo dissolvete attraverso il potere della vostra presenza. Non potete trovare voi stessi entrando nel passato. Troverete voi stessi arrivando al presente.

Estratto di Eckhart Tolle

Tutto è Uno

"Ogni essere umano è parte di un tutto chiamato Universo. Egli sperimenta i suoi pensieri e i sentimenti come qualcosa di separato dal resto: una specie di illusione ottica della coscienza.
Questa illusione è una specie di prigione.
Il nostro compito deve essere quello di liberare noi stessi da questa prigione attraverso l'allargamento del nostro circolo di conoscenza e comprensione, sino ad includere tutte le creature viventi e l'interezza della natura nella sua bellezza."

A. Einstein

giovedì 7 gennaio 2010

L'amore è uno stato dell'Essere

L’amore è uno stato dell'Essere.
Il vostro amore non è al di fuori, è profondamente dentro di voi. Non lo potete mai perdere e non può lasciarvi mai. Non dipende da qualche altro corpo o da qualche forma esterna.


La felicità sembra essere lo scopo ultimo dell’umanità, eppure la maggior parte della gente la cerca in modo tortuoso. Vuole una casa grande e bella, un’auto costosa, abiti e gioielli, un lavoro di prestigio, tanti amici, ricchezza, potere, fama. Ma se chiedete alle persone perché desiderano queste cose, la risposta è sempre la stessa: sono convinte che se le otterranno allora saranno felici.

Secondo Deepak Chopra, quello che vogliono veramente è comprendere il mistero dell’esistenza: Chi sono? Da dove vengo? Qual è il senso della mia vita? Dove andrò quando morirò? Se non diamo risposta a queste domande, per quanti desideri riusciremo ad appagare resteremo sempre scontenti e insoddisfatti, perché se la felicità che sperimentiamo nasce da circostanze esterne siamo alla mercé di ogni situazione e di ogni estraneo che incontriamo.

La felicità è uno stato di consapevolezza interiore che determina il modo in cui percepiamo e sperimentiamo il mondo: esiste già dentro di noi, anche se spesso è occultata da distrazioni di vario tipo. Quando la nostra vita esprime energia positiva, scopriamo di avere un’immensa risorsa cui attingere per liberarci dalla paura e dalle limitazioni e realizzare quello che vogliamo.

Comprendere ciò che siamo ci dà il potere di tradurlo in pratica, la libertà di una consapevolezza illimitata e la possibilità di vivere nella grazia. Un cammino all’interno di noi stessi da intraprendere con meraviglia, amore e umiltà.