Io Sono

L’inizio della libertà è la realizzazione che tu non sei «colui che pensa».
Il momento in cui cominci ad osservare colui che pensa, si attiva un livello di coscienza più alto. Incominci a renderti conto che esiste un vasto regno di una intelligenza al di là del pensiero e che il pensiero è solamente un minuscolo aspetto di quell’intelligenza. Ti rendi anche conto che tutte le cose che hanno veramente importanza - bellezza, amore, creatività, gioia, pace interiore – nascono al di là della mente.

Incominci a risvegliarti.


There is so much magnificence

lunedì 8 novembre 2010

Credere o non credere

Credenza e conoscenza sono legate molto intimamente al desiderio e, forse, se riusciamo a comprendere questi due fattori, possiamo percepire il funzionamento del desiderio e capirne le complessità.

Una delle cose - mi sembra - che la maggior parte di noi è pronta ad accettare senza discutere è la questione delle credenze. Non intendo attaccare le credenze. Ciò che stiamo cercando di fare è di scoprire perché accettiamo questa o quella credenza; e se riusciamo a comprendere le motivazioni, le cause di tale accettazione, allora forse potremo essere capaci non solo di capire il perché, ma anche di liberarcene. È facile vedere come le credenze politiche, religiose, nazionalistiche o di altro tipo dividano la gente, creando conflitto, confusione e antagonismo - è un fatto palese, eppure siamo riluttanti ad abbandonarle. C'è la fede indù, la fede cristiana, quella musulmana, quella buddista, ci sono le innumerevoli credenze settarie e nazionali, le varie ideologie politiche, tutte in competizione reciproca, ognuna che cerca di prevalere sulle altre. Balza agli occhi il fatto che le credenze dividono la gente, creando intolleranza; ma è possibile vivere senza credere in qualcosa? Lo si può scoprire soltanto riuscendo a studiare se stessi in rapporto a una credenza. È davvero possibile vivere in questo mondo senza credere in qualcosa - non mutare convinzioni, non sostituire una credenza all'altra, ma essere, davvero, interamente liberi da qualunque credenza, in modo da andare incontro alla vita come se fosse sempre, in ogni momento, nuova? Dopo tutto, questa è la verità: avere la capacità di accostarsi a ogni cosa come se fosse la prima volta, attimo per attimo, senza i condizionamenti del passato, di modo che non ci sia quell'effetto cumulativo che agisce come barriera fra se stessi e ciò che è.

Se si riflette, ci si accorge che una delle cause del desiderio di accettare una credenza è la paura. Cosa ci accadrebbe se non credessimo in nulla? Non dovremmo temere quel che potrebbe succederci? Se non avessimo alcun modello d'azione fondato su una credenza - in dio, o nel comunismo, o nel socialismo, o nel libero mercato, o nella democrazia, o in qualche tipo di formula religiosa, di dogma che ci condiziona, non potremmo fare a meno di sentirci completamente smarriti, non è così? E l'accettazione di una credenza non è, in definitiva, proprio questo: un modo di mettere a tacere quella paura, la paura di non esser nulla, di essere vuoti? Dopo tutto, però, una tazza è utile soltanto quando è vuota; e una mente piena di credenze, di dogmi, di asserzioni, di citazioni, non è certo una mente creativa, è semplicemente ripetitiva. Sfuggire a quella paura - la paura del vuoto, la paura della solitudine, la paura del ristagno, la paura di non arrivare, di non riuscire, di non ottenere qualcosa, di non essere qualcosa, di non diventare qualcosa - è certamente una delle ragioni per cui aderiamo alle varie credenze con tanto entusiasmo, con avidità. E attraverso l'accettazione di una credenza, comprendiamo forse meglio noi stessi? Al contrario. Una credenza, religiosa o politica, ostacola ovviamente la comprensione di noi stessi. Agisce come uno schermo attraverso cui ci guardiamo.

Ma è possibile guardarsi senza tale schermo? Se si rimuovono quelle credenze, le tante credenze che ognuno di noi ha, rimane qualcosa da guardare? Se non c'è più alcuna credenza con cui la mente si identifichi, allora la mente, priva di identificazione, è capace di guardare a se stessa così com'è: e a quel punto, sicuramente, si ha un primo barlume di comprensione di sé

Jiddu Krishnamurti

Gli Erranti


Gli Erranti sono...

"Gli Erranti sono coloro che si risvegliano dal sonno alla loro vera identità di esseri spirituali. il “sonno” è semplicemente lo stato della vita di una persona in una cultura, che vive seguendo i modelli comportamentali di una “realtà” generalmente accettata. Durante il sonno sembra che il mondo fisico sia tutto ciò che c’è di reale, e gli obiettivi della personalità terrena, come le ambizioni nel lavoro e nel matrimonio, ricercare la felicità, i soldi, il potere e l’autorità, e semplicemente sentirsi amato e adeguato, sono degni obiettivi a cui aspirare. Sia che ci siamo risvegliati da questa “realtà” in un modo che ci fa sentire nuovi su questo pianeta, sia che ci affidiamo a questo modello, o a quello delle religioni, dei miti o della filosofia, ciò che è semplicemente accaduto è che ci siamo risvegliati, e non saremo più in grado di ritornare a quel nido, forse comodo, che possedevamo prima. Siamo coinvolti in un viaggio che durerà per tutta la nostra attuale incarnazione."

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La nostra missione...

"La nostra missione principale è una missione dell’essere. Siamo giunti qui per essere noi stessi, perché quando lo facciamo, la nostra frequenza vibrazionale riflette le vibrazioni di livello superiore delle nostre densità originarie o dei nostri cuori risvegliati, e questo aiuta a illuminare la frequenza vibrazionale del piano terrestre. [...]
Siamo giunti qui per offrire la nostra vita, momento dopo momento, per la Terra e la sua gente. Questa non è un’ importante missione nel senso che non si tratta di fare, ma di essere."

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Ognuno di noi è...

"Ognuno di voi è un essere di pura luce. Ognuno di voi è completamente libero di scegliere il modo in cui manifestare questa luce. Tutti i cosiddetti mali del mondo non sono altro che amore distorto. [...]
Ognuno di voi è un ologramma dell’unico grande Pensiero originale, ed esso è contenuto nella sua forma non distorta in ogni cellula del vostro corpo fisico e in tutti i corpi più sottili che costituiscono la vostra mente, il vostro corpo e il vostro spirito nella loro complessità."

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Entrare nel momento presente...

"Consideratevi in questo modo, come un sole o un germoglio; tutto tranne che un umano, perché considerarsi come umani significa sempre muoversi verso l’esterno. Ma il vostro vero sé non è una cosa esterna. Il vostro vero sé è senza distorsione, infinito nell’amore. Non possiamo insegnarvi come attuare la compassione. Non potete insegnare a voi stessi come comprendere la compassione che è racchiusa in voi. E persino attraverso il lavoro più duro e più intransigente su voi stessi, non potete aggiungere neppure un pizzico di compassione alla vostra personalità. Potete insegnare a voi stessi a compiere azioni compassionevoli, ma la chiave di quella compassione infinita che veramente vi appartiene non è da cercare nell’insegnamento e nell’apprendimento. È racchiusa nel momento presente, ed è quando entrate nel momento presente che diventate vulnerabili alla più profonda percezione di voi stessi."