Io Sono

L’inizio della libertà è la realizzazione che tu non sei «colui che pensa».
Il momento in cui cominci ad osservare colui che pensa, si attiva un livello di coscienza più alto. Incominci a renderti conto che esiste un vasto regno di una intelligenza al di là del pensiero e che il pensiero è solamente un minuscolo aspetto di quell’intelligenza. Ti rendi anche conto che tutte le cose che hanno veramente importanza - bellezza, amore, creatività, gioia, pace interiore – nascono al di là della mente.

Incominci a risvegliarti.


There is so much magnificence

venerdì 28 maggio 2010

LIBERI DI ESSERE Sì

" Perche' non possiamo accettare noi stessi e gli altri cosi' come siamo?"

Perche' siamo stati condizionati a rifiutare non ad accettare. Tu sei stato condizionato a negare,
a dire di "no". Non hai ancora imparato a dire "si". Tu sei stato condizionato a condannare. Tu
sei stato condannato e lo stesso fai con gli altri. Siccome continui a condannare te stesso, devi
fare lo stesso anche con gli altri. Non puoi fare altrimenti.

I tuoi genitori ti hanno ripetuto:"Ti sbagli, questo non e' giusto, non avresti mai dovuto farlo", e
l'hanno ripetuto mille ed una volta. E tu allora hai raccolto un messaggio: che non sei stato
accettato per cio' che sei ed amato semplicemente per il fatto di essere.

Se soddisfi i loro desideri ti amano; il loro amore e' un affare. Se li segui come un'ombra allora
ti apprezzano ed approvano. Se solo divieni un po' libero e cerchi di essere un individuo,sono
contro di te -i loro occhi, il loro comportamento, tutto cambia. E ogni bambino e' cosi' indifeso,
solo per sopravvivere deve divenire politico ed accettare tutto cio' che i genitori gli dicono…La
tua mente e' una mente condizionata. Ecco perche' non puoi accettare te stesso e gli altri.

Ma esiste la possibilita'. Se tu capisci questa cosa -che tutto cio' e' solamente condizionamento allora lo puoi lasciare andare, adesso! Non ti identificare con esso, questo e' l'unico modo. Non
pensare che quello sei tu, ricordati che e' la voce della societa' che parla dentro di te. Non
chiamarla la tua coscienza, non e' la tua coscienza. E' una pseudo-coscienza creata dalla
societa'. E' un trucco, un trucco molto pericoloso. La societa' ha cacciato nella tua mente le sue
proprie idee ed esse funzionano come la tua coscienza; di fatto esse non permettono alla tua
vera coscienza di venire a galla e non permettono alla tua consapecolezza di assumere il
comando della tua vita.

La societa' e' completamente politica. All'esterno ha posto la polizia ed il magistrato, all'interno
ha posto la coscienza condizionata. Questa e' il poliziotto e il magistrato interiore. E non
contenta di questa soluzione sopra di tutto ha messo dio, il giudice supremo. Quindi lui sta
sempre osservandoti, addirittura quando vai al bagno. Qualcuno ti e' sempre appresso, non sei
mai lasciato solo.

Lascia andare tutto cio', e' solo una idea nella mente a cui tu stai attaccato. Ti e' stata data da
altri, e ti e' stata data cosi' presto che tu non ricordi. Ha una funzione politica, non religiosa.
Religione vuol dire decondizionamento. Lo scopo della vera religione e' di renderti
decondizionato, di liberarti da ogni condizionamento e di permettere che si manifesti cio' che tu
sei potenzialmente.

Osho,La disciplina della trascendenza, vol.I, cap.6

martedì 25 maggio 2010

IL RISPETTO

Rispettare significa in prima linea: riconoscere. Rispettare qualcuno significa riconoscere che lui c’è, che è così com’è, e che, così com’è, è anche giusto. Ciò include che, in questo stesso modo, mi rispetti anch’io. Che rispetto di essere così come sono e che, così come sono, sono anche giusto.

Se io rispetto così me e gli altri, rinuncio a farmi un’immagine di come io o gli altri dobbiamo essere. Senza questa immagine, non c’è più giudizio riguardo a quel che sarebbe migliore. Nessuna immagine artificiale si frappone più tra me e la realtà che si mostra.

In questo modo è possibile una seconda cosa - che pure appartiene al rispetto: amo la realtà, così come si mostra. Ciò significa soprattutto: amo me, così come sono; amo l’altro, così com’è; ed amo come siamo diversi.

Dopodiché e possibile anche una terza cosa - forse la cosa più bella, che pure appartiene al rispetto: mi rallegro della realtà, così come si mostra. Mi rallegro di me, così come sono; mi rallegro dell’altro, così com’è, e mi rallegro delle diversità - che io sono diverso da lui e che lui è diverso da me.

Questo rispetto mantiene le distanze. Non si insinua nell’altro, e neanche permette all’altro di insinuarsi in me, di attribuirmi qualcosa che non mi riguarda o di disporre di me secondo la sua immagine. Perciò possiamo rispettarci senza che l’uno voglia nulla dall’altro.

Se abbiamo bisogno l’uno dell’altro e vogliamo qualcosa l’uno dall’altro, dobbiamo fare attenzione ancora ad una quarta cosa: ci favoriamo reciprocamente o inibiamo in noi stessi e nell’altro il proprio sviluppo? Se dobbiamo riconoscere che, così come siamo, impediamo lo sviluppo in noi e negli altri, allora il rispetto non ci avvicina ma ci allontana. Allora rispettiamo che ognuno può e deve andare per la propria strada. L’amore e il rallegramento di me e dell’altro in questo modo viene piuttosto approfondito che diminuito. Perché? L’amore e il rallegramento, proprio come il rispetto, qui sono - rilassati.

Bert Hellinger